Gibilterra, Regno Unito inside Spagna. Free Andalusia
Sito ufficiale e portfolio di nozze del fotografo di matrimonio a Lecce Daniele Panareo.
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Gibilterra, Regno Unito inside Spagna – Free Andalusia

Seduto al tavolino di un baretto che mi ha accolto in questa città di mare, Cadiz. Stamattina il cielo è completamente coperto da nuvole grigie e il vento che viene dal mare è fresco.

Ieri sono arrivato a Gibilterra, una città totalmente incentrata sul turismo. All’ingresso sei considerato un estraneo e guardie inglesi (ma è evidente che sono di origine spagnola) ti controllano i documenti. Decine di negozi di souvenir e cambio money si susseguono davanti all’entrata di questo ultimo avamposto coloniale inglese.

Appena capisco di cosa si tratta, intendo che non fa per me. (Pensiero del momento: gli italiani si riconoscono subito!).

Tè e tostado con marmellata.

Città troppo commerciale e turistica per i miei gusti. Certo, cosa mi potevo aspettare da una città con una rocca e delle scimmie?

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L’ho girata in lungo e largo. Ad un certo punto mi è venuta voglia di salire su alla rocca. Ho preso quindi la teleferica che per “soli” 14 pund da un parcheggio conduce i visitatori fino in cima. Lì una colonia di scimmie (a quanto pare le uniche in stato semi selvatico in Europa) vive anche lei grazie al turismo di massa. Dalla parte posteriore uno strapiombo di 400 metri cade direttamente in mare, che paura! Certo è che mi sono accorto che la mia è paura delle altezze. Vabbè, ognuno di noi deve imparare a convivere con le proprie paure senza cedergli ma cercando di gestirle, dominarle. Per di più non potevo mangiare (avevo i panini ed ero affamato!) perchè le scimmie ti saltano addosso e ti rubano tutto appena intuiscono ci sia qualcosa di buono nello zaino.

A tal proposito, mi è capitato di “salvare” tre ragazze giapponesi dalle insistenti attenzioni di una scimmia. Quest’ultima aveva derubato una giovane del passaporto; tutte e tre invocavano aiuto mentre una di loro apriva e chiudeva un ombrellino per allontanare l’animale e gridava disperata “help me, help me, someone help me”. Subito sono andato in loro soccorso ma la scena che mi si è presentata era esilarante: la scimmietta era seduta a terra e cercava di masticare con tutta tranquillità il documento rubato mentre le tre ragazze si agitavano e urlavano come se quella le volesse strangolare! Dopo un altro assaggino alla burocrazia nipponica il primate, alquanto disgustato, ha lasciato il passaporto a terra e si è diretto verso un turista con una fotocamera al collo. Questo è stato l’evento più simpatico ed emozionante che ho vissuto sulla rocca di Gibilterra.

Non sono riuscito a visitare tutta la rocca perchè saranno state le vertigini, la stanchezza o le scimmie che mi infastidivano ma ho preferito ritornare a livello del mare.

Appena sceso dalla teleferica il mio sguardo è stato catturato da quello che ho cercato per tutto il mio soggiorno nella città inglese: un’oasi di pace e tranquillità. Orto botanico con giardino… mi ci ficco tutto dentro!

Non so per quanto tempo avrò vagato tra i vialetti ombrosi e le aiuole fiorite: tutto intorno fiumiciattoli, cascate, sentieri profumati e collinette ricoperte da piante grasse. Finalmente ho trovato una panchina in legno posta vicino ad un ruscello con cascatina annessa. Mi sono nutrito, dissetato e poi ho fatto anche un riposino durante il quale sono caduto in un sonno profondo e tranquillo.

Che bella la natura! Ti dona sempre pace e serenità.

Questa pace mi ha condotto ad una decisione felicissima: andare via da Gibilterra. Tornato all’aeroporto in cui avevo lasciato il bagaglio, ho ripreso lo zaino e mi sono diretto nuovamente verso la stazione degli autobus.

Stazione degli autobus di Linea dela Concepcion: come non ci sono autobus fino a domattina? E io che faccio ora? Dov’è diretto quello che sta per partire? CADIZ!

Non ci penso su neanche un minuto: lo prendo! A Cadiz avrei potuto dormire in stazione o ritornare all’ostello che mi aveva ospitato fino a quel giorno. Comunque in qualche modo avrei fatto.

L’autobus mi ha scaricato al solito posto e ho deciso di ritornare all’Hostel Inn dove radiosa e sorpresa mi ha accolto Amparo. Abbiamo parlato a lungo e mi ha presentato un tipo spagnolo che vive in Australia. Mi dice che non c’è posto nell’ostello ma subito, con una gentilezza e allegria disarmante me ne cerca un altro. Brava!

Le dico che mi vorrei sdebitare e lei pronta mi da appuntamento all’indomani mattina alla playa per una cerveza. Io ci sto.

Ora vado a surfear, magari qualche onda carina entra!

Destino o no questa decisione ha stravolto il mio viaggio e penso che meglio di così non sarebbe potuta andare.

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